Immagini create dall’AI: tre ragioni per usarle e tre per non farlo

Da due anni le immagini create interamente dalle Intelligenze Artificiali sono entrate nella nostra quotidianità. Comode per sintetizzare concetti o atmosfere senza dover cercare la foto – reale – giusta, oppure divertenti perché in grado di mostrare con fotorealismo scene irreali, queste immagini possono essere create scrivendo il giusto “prompt”, ovvero un suggerimento testuale come “Un unicorno che passeggia tra i fori romani con in mano un gelato illustrato con acquerelli”, oppure “Biancaneve e i sette nani diretto da Tarantino”.

Se tanti hanno trovato utili queste tecnologie, e tanti si sono semplicemente – finora – solo divertiti, c’è chi invece ha gridato allo scandalo. Su alcune community online dedicate all’illustrazione, ad esempio alcuni subreddit di Reddit, pubblicare un’immagine creata dalla AI comporta l’immediata cancellazione del post e il ban perenne del proprio account.

Insomma, le immagini create dalle AI incontrano in alcuni settori una forte resistenza, un’opposizione totale, e non solo dagli artisti e dagli illustratori che temono di perdere rilevanza e commissioni, ma di un fronte più ampio che diffida di questa avanzata delle Intelligenze Artificiali anche sui fronti più creativi. Sulla base di questo scenario, dunque, ci chiediamo se sia “safe”, se sia insomma raccomandabile utilizzare immagini create dall’AI in contesti di comunità o addirittura in ambiti ecclesiali e pastorali. Usare un’immagine realizzata con Stable Diffusion o Dall-E ci fa andare incontro a giudizi critici o ricadute negative, o addirittura ci fa compiere scorrettezze dal punto di vista etico?

In questo Tutorial WeCa, tre motivi per non usare le immagini create dall’AI in contesti pastorali e tre motivi, invece, per usarle.

Primo motivo per non usare le immagini AI in parrocchia: lo strumento è inflazionato e a volte fuorviante

In effetti, si è esagerato. Da quando con pochi comandi testuali è possibile mostrare ogni oggetto, atmosfera o persona siamo sommersi da immagini oniriche di ogni sorta. Tutti si sono riversati su questi programmi, generando un flusso senza fine di contenuti spesso dozzinali. Certo, l’immagine è uno strumento potente, ma troppe immagini – tutte simili tra loro – finiscono per perdere la loro forza. Non solo, il mondo dei sogni restituito dalle intelligenze artificiali rischia di allontanarci dal mondo vero che vogliamo raccontare.

Primo motivo invece per usare le immagini generate dalle AI in parrocchia: se usate bene, le immagini possono aiutare a rendere davvero efficace la nostra comunicazione

Se tralasciamo i “prompt” banali, se non ci accontentiamo del primo risultato, le immagini generate dalle AI possono emozionare, coinvolgere e rinforzare i nostri messaggi. Sintetizzando non basta un’immagine qualunque, ma se questa è buona può fare la differenza.

Secondo motivo per non usare queste immagini: le AI usano il lavoro degli artisti per togliere lavoro agli artisti

Le AI sono allenate immettendo in loro milioni di immagini create da artisti in carne e ossa. Certo, così è più economico, ma le macchine non riusciranno ancora a sostituire la genialità di un artista in carne, cuore e ossa.

Secondo motivo per usare le immagini AI: con po’ di formazione, tutti possono proporre contenuti d’impatto

Non sempre abbiamo il budget per ingaggiare un illustratore. Con un po’ di intraprendenza, però, chiunque con una connessione internet può inserire nella sua comunicazione immagini di forte impatto emozionale. Il tema, come sempre, è la modalità, lo stile e il giusto dosaggio.

Terzo e ultimo motivo per non usare le immagini AI in ambito pastorale: mancanza di autenticità spirituale

Se ci concentriamo sui soggetti sacri, alcuni potrebbero ritenere che le immagini create dalle AI manchino di autenticità spirituale, poiché non sono il risultato di un’autentica espressione artistica guidata dalla fede. Alcune imperfezioni poi legate ai simboli religiosi, o al numero delle dita nelle mani dei soggetti coinvolti, spesso confuso dalle AI, hanno fatto gridare alcuni allo scandalo per supposte influenze occultistiche. Forse è meglio evitare.

Terzo e ultimo motivo per usare le immagini AI in ambito pastorale: ci permettono di associare il messaggio cristiano a nuovi stili iconografici

Le immagini generate da AI possono offrire un modo innovativo ed adattabile per esprimere concetti religiosi, adattandosi alle esigenze e alle tendenze contemporanee. L’importante, come sempre, è il rispetto, la chiarezza e una produzione mediata da una fede autentica.

Riassumendo i nostri punti, la decisione di utilizzare immagini create da AI in un contesto cattolico dipende dalle nostre intenzioni, dal rispetto per la tradizione e dalla valutazione della sensibilità delle persone a cui queste immagini saranno destinate.

Testi: Andrea Canton

Autore: Andrea Canton
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