Kit, manuali, strategie, attività da portare in classe. Non sono mai abbastanza, se pensiamo al grande lavoro educativo che occorre costruire in tema di sicurezza in Rete.
Il progetto Safer Internet Centre – Generazioni Connesse se ne occupa dal 2012 e rappresenta ad oggi una risorsa di valore supportata dal Ministero dell’Istruzione, in particolare dalla Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico per l’uso attivo e proattivo delle tecnologie digitali.
Si tratta di un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Digital Europe, il programma di finanziamento Europeo per favorire la trasformazione digitale dell’Unione.
Dal 2012, dunque, Generazioni Connesse promuove iniziative per accompagnare la scuola e le famiglie nella costruzione della cittadinanza attiva, responsabile e critica.
Il kit didattico, sviluppato insieme al centro di ricerca CREMIT (www.cremit.it) va in questa direzione ed è organizzato in cinque aree, che corrispondono esattamente alle aree del Sillabo per l’educazione civica digitale, altra cornice che tutti a scuola dovrebbero conoscere e utilizzare:
La logica è quella di chiarire, in maniera progressiva e sempre più specifica, le implicazioni dei cambiamenti promossi dalle tecnologie digitali rispetto alla nostra dimensione individuale e sociale, alle modalità di ricerca, di raccolta, di utilizzo delle informazioni, ma anche alla necessità di promuovere un comportamento attivo e creativo.
Per ognuna delle cinque aree il kit presenta due tipologie di risorse: le pillole teoriche e le schede.
La prime funzionano da supporto per l’aggiornamento professionale di tipo teorico e riflessivo, le seconde consentono di tradurre operativamente le riflessioni.
Le schede operative, invece, sono la traduzione di concetti complessi in attività gestibili e raccolte nel tempo.
La logica è di andare in profondità, costruendo competenze trasversali e lavorando in sinergia con i colleghi.
La scheda è organizzata per EAS – Episodio di Apprendimento Situato e prevede un’attività stimolo per l’anticipazione, la presentazione del lavoro di gruppo previsto nella fase operatoria, finalizzata alla produzione di un artefatto cognitivo, gli step di riflessione per la fase ristrutturativa.
Nulla impedisce all’insegnante, sulla base della classe, dello stile didattico e della propria postura di aggiungere risorse o di modificare qualche piccolo aspetto, pur rimanendo fedeli all’architettura a tre punte tipica del metodo EAS.
Lo scopo è quello di supportare le pratiche degli insegnanti, fornendo risorse teoriche di inquadramento scientifico e proposte operative.
La novità è insita nella scelta di partire dall’infanzia, segmento troppo spesso escluso dalle iniziative media-educative e di sensibilizzazione (cambiando rotta negli ultimi anni), e nel metodo adottato per la progettazione e lo svolgimento delle attività didattiche.
La cornice metodologica, come anticipato, è rappresentata dal metodo EAS, promosso e costruito da Pier Cesare Rivoltella.
Le caratteristiche del metodo possono essere sintetizzate in sette punti:
Il gruppo contenuti impegnato nell’aggiornamento del kit è sempre al lavoro, con un continuo aggiornamento dell’elenco delle pillole e delle schede, per garantire un rinnovamento ragionato delle pratiche. Per consultare il kit rimandiamo al link:
https://www.generazioniconnesse.it/site/it/kit-didattico/
Testo: Alessandra Carenzio